La stella del Napoli ha lasciato un biglietto d’addio.

La stella del Napoli ha lasciato un biglietto d’addio.

Emerge che l’ex giocatore del settore giovanile del Napoli Alessio Mazzone si è suicidato e ha lasciato un biglietto di suicidio in cui rivelava abusi razzisti.

Alessio Mazzone, è nato in Etiopia nel settembre del 2000 ed è stato adottato da una famiglia italiana di Nocera Inferiore.

Ha giocato a calcio a cinque e ha lavorato come cameriere dopo essersi ritirato dal calcio. È stato trovato morto venerdì nella sua abitazione.

Secondo il Corriere della Sera, il ventenne avrebbe scritto una lettera di suicidio prima di togliersi la vita, spiegando di aver subito abusi razzisti.

“Ovunque vada, ovunque mi trovi, sento il peso degli sguardi scettici, parziali,

disgustati e spaventati delle persone”, ha scritto.

“Non sono un immigrato, sono stato adottato da bambino e ricordo che tutti mi amavano. Ovunque andassi,

tutti mi parlavano con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra che tutto si sia capovolto.

“Sono riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, soprattutto quelle più anziane, hanno rifiutato il mio servizio.

Come se non mi sentissi già a mio agio, mi hanno accusato di essere responsabile perché molti giovani (e bianchi) italiani non riuscivano a trovare lavoro”, ha continuato.

“Qualcosa è cambiato dentro di me. È come se mi vergognassi di essere un ragazzo di colore,

come se avessi paura di essere considerato un immigrato.

È come se dovessi dimostrare a persone che non mi conoscevano che ero proprio come loro. Italiana e bianca.

“Facevo brutte battute sui neri per dimostrare che sono come loro, ma era paura. Paura per l’odio che vedevo negli occhi delle persone che guardavano gli immigrati.

“Non voglio che la gente si dispiaccia per me, voglio solo ricordare a me stessa che le difficoltà e la sofferenza che sto vivendo sono una goccia d’acqua rispetto all’oceano di sofferenza vissuta da chi preferisce morire invece di condurre una vita esistenza nella miseria e nell’inferno.

“Quelle persone rischiano la vita, alcuni di loro l’hanno già persa, solo per assaporare ciò che chiamiamo semplicemente vita.”

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